La Cantina Produttori di Manduria dispone di una superficie vitata di oltre 700 ettari, di cui oltre la metà vocata alla produzione di Primitivo. Il sistema di allevamento maggiormente ricorrente soprattutto nei vigneti più longevi è quello tradizionale dell’alberello o cespuglio basso, mentre negli impianti più giovani si è soliti ricorrere alla spalliera. La densità media per ettaro oscilla tra 4000 e 5000 ceppi con una resa che nel caso del Primitivo di Manduria Doc non può essere superiore ai 90 quintali per ettaro.
La Cooperativa ed i suoi Soci adottano la lotta integrata, una pratica di difesa delle colture che prevede una drastica riduzione dell’uso di fitofarmaci mettendo in atto diversi accorgimenti.
Tra i principali, si ricordano:
– l’uso di fitofarmaci poco o per niente tossici per l’uomo e per gli insetti utili;
– la lotta agli insetti dannosi tramite la confusione sessuale (uso di diffusori di feromoni);
– fitofarmaci selettivi (che eliminano solo alcuni insetti);
– fitofarmaci che possono essere facilmente denaturati dall’azione biochimica del terreno e dall’aria;
– la lotta agli insetti dannosi tramite le tecniche di autocidio, come la tecnica dell’insetto sterile (SIT);
– la previsione del verificarsi delle condizioni utili allo sviluppo dei parassiti, in modo da irrorare con fitofarmaci specifici solo in caso di effettivo pericolo di infezione e non ad intervalli fissi a scopo preventivo.
– la lotta agli insetti dannosi tramite l’inserimento di altri che siano loro predatori naturali e che non siano dannosi alle coltivazioni (lota biologica);
– l’uso di varietà colturali maggiormente resistenti;
– l’uso della rotazione colturale;
– particolare attenzione ed eliminazione di piante infette.
Inoltre, la Cantina ha stabilito di sospendere tutti i trattamenti antiparassitari circa 40 giorni prima della raccolta, per dare tempo alla pianta di degradare eventuali residui di antiparassitari.
I limiti della lotta integrata sono costituiti dai maggiori costi di produzione, dalla necessità di una assistenza tecnica qualificata La lotta integrata parte dalla consapevolezza che quando si interviene in un ecosistema si alterano le reti trofiche. Sfrutta i fattori biotici e abiotici di regolazione interna agli ecosistemi a suo vantaggio e usa tutti gli strumenti possibili, non limitandosi quindi ai mezzi chimici (biologici, culturali, biotecnologici..). Questo approccio è prevalentemente usato nella lotta contro gli insetti, ma si può estendere nella lotta contro tutti gli organismi dannosi (funghi, roditori..). Il suo obiettivo è quello di mantenere l’organismo dannoso entro una soglia, limite oltre al quale l’organismo stesso crea danno economico (non vuole arrivare all’eradicazione, ma al contenimento).
Considerevole è l’attenzione che i nostri viticultori riservano anche ad un altro storico vitigno autoctono salentino: il Negroamaro, le cui uve occupano il 25% della produzione. Di minor portata, ma solo quantitativa, vista la maniacale cura che i nostri soci dedicano ai loro vigneti (supportati tra l’altro dalla consulenza di un esperto agronomo), le produzioni di Merlot, Cabernet e Malvasia.